fbpx SICUREZZA E CYBERBULLISMO | Camera di Commercio di Cosenza

RILEVANZA

Come nel mondo reale vi è la necessità di proteggersi da violazioni di ogni sorta (attraverso porte, cancelli, lucchetti e allarmi di varia natura), anche nel mondo virtuale si rende necessario proteggersi da attacchi, esterni ed interni, provenienti da pirati informatici e/o persone con cattive intenzioni.

In una società digitale, sempre più interconnessa, dove è possibile accedere da qualsiasi luogo e reperire ogni tipo di informazione, il concetto di “sicurezza informatica”, l’uso responsabile della rete e delle nuove tecnologie e la consapevolezza dei rischi ad essi legati (come la nascita o la trasformazione di fenomeni negativi quali il Cyberbullismo), assumono oggi una rilevanza prioritaria nel “quotidiano virtuale” collettivo.

La cultura sta cambiando, la sicurezza diventa un’opportunità per la collettività, nella sua eterogeneità. Aumentare la consapevolezza sul tema della rete e dei rischi legati ad un uso improprio della stessa, dei quali il Cyberbullismo ne è l’emblema, porta tutti noi a potenziare, migliorare ed aggiornare le nostre competenze, quindi le nostre conoscenze: conoscenza= sicurezza.

Ognuno di noi è chiamato a partecipare: istituzioni, università, scuola, associazioni, comunità tecnica, utenti generici, utenti digitali ed utenti che si trovano “nella terra di mezzo”, cioè utenti digitali con competenze incomplete, inadeguate o in obsolescenza. Si rileva la necessità di “parlare” e “fare”, attraverso strumenti, quali giornate di studio, seminari, convegni, workshop, formazione ecc….

Esperti, operatori del settore, professionisti e tutti gli attori che si trovano, a qualsiasi titolo, nel mondo digitale devono condividere le proprie esperienze, competenze e conoscenze promuovendo iniziative e soluzioni utili a contrastare fenomeni come il cyberbullismo e a potenziare la sicurezza in rete, tutelando con particolare attenzione i minori, la cui vulnerabilità merita uno sguardo cosciente e consapevole.

CONTENUTI

Il workshop, nel trattare le tematiche legate alla sicurezza e al cyberbullismo, che trovano nell’uso improprio della rete il loro anello di congiunzione, vuole porsi come obiettivo quello di sensibilizzare, attraverso la condivisione di esperienze e conoscenze, tutte le realtà coinvolte ed in particolare quelle più fragili e facilmente “irretibili”.

In passato, la riservatezza delle informazioni, riguardava il settore militare; re, generali adottavano tutte le misure possibili e necessarie per impedire la caduta dei loro messaggi in mani nemiche. Nella letteratura, da Plinio il Vecchio a Umberto Eco, troviamo esempi di scrittura a base di limone, che appaiono invisibili, ma ricompaiono una volta che il testo viene esposto a una fonte di calore. Tuttavia, la possibilità di scoprire il messaggio favorì lo sviluppo e l’evoluzione della crittografia (l’arte di nascondere il messaggio) nel corso dei secoli. Oggi nella società dell’informazione, dove l’utilizzo della stessa è parte integrante dell’attività umana, la sicurezza non è confinata alle sole tecniche che nascondono il contenuto dei messaggi.

La sicurezza informatica si snoda su due livelli di protezione: il livello fisico (materiale) e il livello logico (immateriale). Software e hardware possono essere oggetto di tentativi di violazione sia di tipo logico che di tipo fisico, ma i sistemi informatici, per loro natura, non sarebbero in pericolo se, dietro gli stessi, non ci fosse l’essere umano che, per le motivazioni più diverse, può essere interessato ad entrare in possesso di informazioni riservate. Il social engineering è una tecnica di attacco che poco ha a che fare con le vulnerabilità dirette dei sistemi. Qualsiasi computer è un potenziale bersaglio, non ci sono settori più esposti o settori che possono considerarsi immuni. Alcuni settori fanno più notizia di altri per il tipo di attività svolta o perché coinvolgono “l’uomo della strada”, il consumatore.

L’arrivo di internet, la sua evoluzione e il continuo utilizzo dei servizi ad esso collegati ha migliorato e peggiorato le cose: da un lato i collegamenti in meno di un secondo con il resto del mondo, dall’altro l’incremento dei rischi legati alla sicurezza di chi utilizza questo canale. Vulnerabilità ed esposizione al rischio non sono parametri statici ma dinamici in quanto cambiano nel tempo. Il bullismo è un fenomeno conosciuto di aggressività e violenza che, negli ultimi anni, grazie ad internet e nello specifico ai social networks ha subito un’evoluzione; attraverso l’uso e lo sviluppo delle nuove tecnologie è divenuto: cyberbullismo.

Adesso con la Legge n. 71 del 2017, in vigore dal 18 giugno 2017, il Legislatore italiano ha per così dire, sanato una situazione di vuoto normativo in materia di condotte ascrivibili al cyberbullismo a tutela della categoria dei minorenni. L’obiettivo è di contrastare il fenomeno del cyberbullismo con azioni a carattere preventivo, di tutela ed educazione nei confronti dei minori coinvolti nell’ambito delle istituzioni scolastiche. Ogni nuova tecnologia rappresenta un’opportunità ma anche un rischio. Uno strumento è utile se è libero da minacce e se non subisce azioni fraudolente da chi sfrutta la novità tecnologica per fini illeciti. Bisogna favorire una cultura della sicurezza e promuovere una formazione attenta e consapevole a qualsiasi livello. Si rende indispensabile un aggiornamento continuo delle tecnologie ma anche un’educazione mirata del fattore umano, condannando con rigore ogni atto che leda la persona umana, al fine di tutelare l’utenza nella sua interezza ma, in special modo, le categorie più deboli e silenti.

 

Il COVID19 non ha fermato il Cyberbullismo. Mentre tutto il mondo è impegnato a combattere il nemico silenzioso denominato coronavirus, si registrano ancora casi di cyberbullismo in rete. Oggi più che mai, con gli studenti delle scuole primarie e secondarie, perennemente collegati, tra ore di lezione in videoconferenza e social network, il pericolo è maggiore rispetto alla così detta normalità. Il cyberbullismo, non si ferma neanche davanti all’emergenza sanitaria mondiale, le stesse piattaforme digitali, che permettono di continuare le attività didattiche in smartworking, diventano campo fertile per gli “haters”, (falsi profili, che riversano sul web odio, frustrazioni, cattiveria ai danni di chiunque possano prendere di mira). Quello che non si conosce è che in questa fase delicata dove la didattica a distanza, ha preso il posto della didattica frontale, per i reati di cyberbullismo, valgono le stesse regole giuridiche a tutela dei minori. Le famiglie sono coinvolte in prima persona, nella prevenzione e al contrasto del fenomeno. In alcune scuole, l’uso delle tecnologie non è stato semplice facendo emergere vari problemi: sarebbe opportuno, quindi, seguire le direttive della legge 71/2017 per la prevenzione e contrasto del cyberbullismo.

INTERVENTI

Bio relatori

 

Renato Salvatore Marafioti - Dottore in Giurisprudenza. Presidente Associazione Culturale Format. Presidente Sezione Aica Calabria. Docente in discipline informatiche. “Concetti essenziali alla prevenzione del reato”.

Laureato in Giurisprudenza e formatore in discipline informatiche dal 1995. Dal 1997 è Presidente dell’Associazione Culturale Format di Reggio Calabria, ente di formazione professionale accreditato dalla Regione Calabria in formazione continua e formazione superiore (www.acformat.it). Autore del libro “Identità ed eredità digitale”. Dal 2002 è supervisore ed esaminatore ECDL/ICDL. Dal 2016 è fondatore e Presidente della Sezione Territoriale AICA Calabria.

 

Egidio Francesco Cipriano - Informatico, docente a contratto presso le università di Teramo e di Chieti. Presidente della società italiana delle scienze informatiche e tecnologiche e si occupa di cybersecurity, cyberintelligence e cybercrime oltre che di AI (intelligenza artificiale). “Cyberbullismo: il mancato rispecchiamento”

 

Antonio Luciano Battaglia - Esperto di analisi web, Cyber security e Cyber Intelligence “Cyberbullismo oggi e strumenti di tutela nelle policies dei social network”.

Vicepresidente AICEL, è delegata dell’associazione per la rappresentanza istituzionale, a livello nazionale ed europeo, per le tematiche fondamentali e di categoria del settore ecommerce. In qualità di componente del comitato scientifico, promuove la tematica delle competenze digitali quale fattore fondamentale di crescita del settore delle vendite online. Attraverso la membership di AICEL con la Digital Skills and Jobs Coalition e con altri partner istituzionali, struttura progetti di formazione legale per profili specializzati di ecommerce manager e professionisti del settore, anche rispetto all’export. Inoltre, è avvocato specializzato nella consulenza per l’ecommerce ed in ambito privacy, nel settore pubblico e privato.

 

Carlo Tiberti - Laureato in Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni. Country Manager Italia Certificazioni ECDL/ICDL, Responsabile AICA del Dipartimento Certificazioni ECDL/ICDL, Presidente Sezione Aica Lombardia. “Competenze digitali:conoscere per prevenire”.

 

Anna Vaccarelli - Dirigente Tecnologo Istituto Informatica e Telematica CNR e Registro.it. “Saper usare Internet: opportunità e sicurezza. Un percorso di accompagnamento per studenti ed insegnanti”

 

Moderatore


Manuela Luciana Borgese - Vicepresidente AICEL, associazione di categoria del commercio elettronico. Consigliere in seno al Consiglio direttivo di AICA Calabria. Consulente privacy per Enti e PMI.

Vicepresidente AICEL, è delegata dell’associazione per la rappresentanza istituzionale, a livello nazionale ed europeo, per le tematiche fondamentali e di categoria del settore ecommerce. In qualità di componente del comitato scientifico, promuove la tematica delle competenze digitali quale fattore fondamentale di crescita del settore delle vendite online. Attraverso la membership di AICEL con la Digital Skills and Jobs Coalition e con altri partner istituzionali, struttura progetti di formazione legale per profili specializzati di ecommerce manager e professionisti del settore, anche rispetto all’export. Inoltre, è avvocato specializzato nella consulenza per l’ecommerce ed in ambito privacy, nel settore pubblico e privato.

 

Rapporteur

Eleonora Caracciolo - Segretario e Consigliere in seno al Consiglio direttivo di AICA Calabria

 

Approfondimenti:

Oggi siamo testimoni dell’evoluzione sempre più veloce del c.d. Cyberspazio, la realtà virtuale alla quale  ogni persona dotata di un dispositivo elettronico ed una connessione internet può accedere. Occorre  però sempre tener presente delle conseguenze ed effetti che un uso sbagliato di questi mezzi può arrecare  agli altri nonché delle sanzioni legali cui si può andare incontro. È in questo contesto che si sviluppa la  piaga del Cyberbullismo, termine con il quale si fa riferimento al cosiddetto “bullismo in rete”, per lo  più su piattaforme digitali come Internet e Social Network come Facebook, ma anche tramite canali  telematici come WhatsApp. 

Il workshop, nel trattare le tematiche legate alla sicurezza e al cyberbullismo, che trovano nell’uso  improprio della rete il loro anello di congiunzione, vuole porsi come obiettivo quello di sensibilizzare,  attraverso la condivisione di esperienze e conoscenze, tutte le realtà coinvolte ed in particolare quelle  più fragili facilmente “irretabili”. 

In una società digitale, sicurezza e protezione, sono elementi fondamentali per la crescita sociale, economica  e culturale di ogni nazione. L’evoluzione della sicurezza ha accompagnato l’essere umano sin dall’antichità.  In passato, la riservatezza delle informazioni, riguardava il settore militare; re, generali, adottavano tutte le  misure possibili e necessarie per impedire la caduta dei loro messaggi in mani nemiche. Nella letteratura, da  Plinio il Vecchio a Umberto Eco, troviamo esempi di scrittura a base di limone, che appaiono invisibili, ma  ricompaiono una volta che il testo viene esposto a una fonte di calore. Tuttavia, la possibilità di scoprire il  messaggio favorì lo sviluppo e l’evoluzione della crittografia (l’arte di nascondere il messaggio) nel corso dei  secoli. 

Oggi nella società dell’informazione, dove l’utilizzo della stessa è parte integrante dell’attività umana,  la sicurezza non è confinata alle sole tecniche che nascondono il contenuto dei messaggi. La sicurezza  informatica si snoda su due livelli di protezione: il livello fisico (materiale) e il livello logico  (immateriale). Software e hardware possono essere oggetto di tentativi di violazione sia di tipo logico  che di tipo fisico, ma i sistemi informatici, per loro natura, non sarebbero in pericolo se, dietro gli stessi,  non ci fosse l’essere umano che, per le motivazioni più diverse, può essere interessato ad entrare in  possesso di informazioni riservate. Il social engineering è una tecnica di attacco che poco ha a che fare  con le vulnerabilità dirette dei sistemi. Pirati informatici e malintenzionati in genere, si camuffano per venire  a conoscenza di informazioni che possono essere usate per organizzare attacchi informatici. 

Il “phishing” tecnica che si basa sul social engineering, ha causato molte vittime tra i clienti di organizzazioni  bancarie. Siti web identici a quelli delle banche sono creati per attirare l’ignaro utente che, fidandosi di un  messaggio di posta artefatto, rivela le sue credenziali al malvivente di turno. Qualsiasi computer è un  potenziale bersaglio, non ci sono settori più esposti o settori che possono considerarsi immuni. Alcuni  settori fanno più notizia di altri per il tipo di attività svolta o perché coinvolgono “l’uomo della strada”,  il consumatore. 

L’arrivo di internet, la sua evoluzione e il continuo utilizzo dei servizi ad esso collegati ha migliorato e  peggiorato le cose: da un lato i collegamenti in meno di un secondo con il resto del mondo, dall’altro  l’incremento dei rischi legati alla sicurezza di chi utilizza questo canale. Vulnerabilità ed esposizione al  rischio non sono parametri statici ma dinamici in quanto cambiano nel tempo. L’incredibile diffusione di  Internet ha portato alla nascita dei social networks, una sorta di spazio dove si socializza e si comunica a  distanza ed in ogni parte del mondo. 

Il bullismo è un fenomeno conosciuto di aggressività e violenza che, negli ultimi anni, grazie ad internet  e nello specifico ai social networks ha subito un’evoluzione; attraverso l’uso e lo sviluppo delle nuove  tecnologie è divenuto: cyberbullismo. Chi ne è vittima si trova generalmente a dover fare i conti con 

pesanti vessazioni ed intimidazioni telematiche, attacchi verso i propri profili virtuali e prese in giro sul  proprio aspetto fisico e/o caratteriale da un singolo o da gruppi di persone. Coloro che lo attuano sono  solitamente convinti del fatto di agire in una dimensione più libera che garantisce loro protezione ed  anonimato. 

Bullismo e Cyberbullismo, sono entrambi fenomeni caratterizzati da comportamenti prepotenti, prevaricanti e  vessatori ai danni di persone indifese; essi hanno però una sostanziale differenza: la diffusione immediata e  ramificata, attraverso la rete, di qualsiasi diffamazione, offesa, foto e/o video compromettenti ai danni di tutte  quelle “soggettività” che per il bullo sono “diversità da emarginare”, fanno sì che il cyberbullismo sia  divenuto ormai la piaga più pericolosa degli ultimi anni, specie tra i ragazzi adolescenti. 

Ogni nuova tecnologia rappresenta un’opportunità ma anche un rischio. Un strumento è utile se è libero  da minacce e se non subisce azioni fraudolente da chi sfrutta la novità tecnologica per fini illeciti. Si  evince, spesso, una scarsa consapevolezza dei rischi legati ad un uso improprio dei dispositivi tecnologici. Si  rende necessario un cambio di mentalità; lo scambio e la condivisione di informazioni sono l’unico strumento  per fronteggiare minacce e vulnerabilità non conosciute o virus di cui non si hanno ancora soluzioni così come  l’igiene, la prevenzione e la cooperazione tra le Nazioni sono l’unica soluzione a tutte quelle malattie per le  quali non si hanno farmaci. 

Tutti gli adulti ma, soprattutto i minori, rappresentano una vulnerabilità per la rete, un punto di accesso e di  attacco per tutti gli utilizzatori. Gli utenti devono assumersi quotidianamente, la “responsabilità e la  consapevolezza” di un uso “sano” della rete, per rispondere con efficacia a tutte le minacce provenienti dalla  stessa. È opportuno fare riferimento alle “linee guida” di realtà come il CERT che, nel campo della formazione,  della ricerca e dello sviluppo, rappresenta una pietra miliare per utenti pubblici e privati. Oltre agli  accorgimenti tecnici è necessario seguire le regole di comportamento di base: scegliere una buona password,  essere prudenti nella gestione delle mail e nell’uso di internet ecc…. 

Bisogna favorire una cultura della sicurezza e promuovere una formazione attenta e consapevole a  qualsiasi livello. Si rende indispensabile un aggiornamento continuo delle tecnologie ma anche  un’educazione mirata del fattore umano, condannando con rigore ogni atto che leda la persona umana,  al fine di tutelare l’utenza nella sua interezza ma, in special modo, le categorie più deboli e silenti.